Casa scienza Scoperto un “mondo perduto” preistorico nel deserto argentino

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Scoperto un “mondo perduto” preistorico nel deserto argentino

Il professor Brian Hynek dell’Università del Colorado ha osservato:
Questa laguna potrebbe essere uno dei migliori esempi moderni dei primi segni di vita sulla Terra. È diversa da qualsiasi cosa io, o qualsiasi altro scienziato, abbia mai visto”.

Secondo il geologo, questi ecosistemi sono il più vicino possibile alle condizioni del primo miliardo di anni della Terra e forse dell’antico Marte. La composizione chimica delle stromatoliti ha mostrato che esse hanno più punti in comune con gli esemplari antichi che con i campioni provenienti da altre parti del mondo. Si è scoperto che sono a base di gesso (CaSO42H2O), un minerale della classe dei solfati che si trova spesso nelle stromatoliti fossili ma non è mai stato trovato in quelle viventi.

Data la posizione di questa antica oasi, è comprensibile che non sia mai stata trovata prima. Dopo aver individuato le lagune sulle immagini satellitari, gli scienziati hanno guidato per nove ore su strade sterrate fino al sito, fermandosi in un villaggio di 35 persone, e poi hanno camminato a lungo sotto il sole cocente, in alcuni punti annegando fino alle ginocchia nella “poltiglia di sale”.

In questo luogo non c’è altro che acqua estremamente salata e acida e la luce del sole non filtrata dalla bassa atmosfera. Hynek sospetta che questa situazione sia molto simile a quella della Terra primitiva.

Molti astrobiologi hanno visitato Atacama, considerandola il miglior analogo facilmente raggiungibile dell’antico Marte, e Hynek ritiene che la sua scoperta lo confermi. “Se la vita si fosse mai evoluta su Marte al livello dei fossili, sarebbe stato questo”, ha detto. “La comprensione di queste comunità microbiche sulla Terra può informarci su cosa dobbiamo cercare quando cerchiamo caratteristiche simili nelle rocce marziane”.

Il potenziale di ricerca di questa scoperta è evidente, ma Hynek teme che il sito sia stato scoperto troppo tardi. Nell’area è prevista l’estrazione di litio, che potrebbe distruggere l’intero ecosistema. Gli scienziati cercheranno di dimostrare l’importanza della loro scoperta per preservare questa oasi per studi più approfonditi.

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